Scongiurare la soppressione dei Tribunali di Mistretta e di Nicosia.
Questo è lo scopo che ha spinto negli ultimi tempi alla massima sinergia amministrazioni comunali, comitati promotori, forze politiche rappresentanti il territorio ad ogni livello, il consiglio degli Ordini degli Avvocati e tutte le associazioni di categoria unite per fermare un provvedimento che si rivela chiaramente iniquo e privo di ogni utilità.
E’ necessario però andare in profondità per comprendere a fondo la questione. Un valido chiarimento ci viene offerto dall’ Avv. Salvatore Timpanaro del foro di Nicosia esposto in prima fila in questo difficile braccio di ferro.
Tutto parte necessariamente dall’art. 1 comma II della legge 14 settembre 2011 n. 148 di conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 13 agosto 2011 n. 138, recante ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo che prevede, come è noto, una delega al Governo per la riorganizzazione della distribuzione sul territorio degli uffici giudiziari.
Una ridefinizione della geografia giudiziaria quindi che paventa la possibile soppressione dei tribunali di Mistretta e di Nicosia.
C’è da premettere che come recita la legge: “Il Governo, al fine di a) realizzare risparmi di spesa e b) incremento di efficienza e' delegato ad adottare, entro dodici mesi, uno o piu' decreti legislativi per riorganizzare la distribuzione sul territorio degli uffici giudiziari”.
Nello specifico alla lettera b) è previsto il seguente criterio “ridefinire, anche mediante attribuzione di porzioni di territori a circondari limitrofi, l'assetto territoriale degli uffici giudiziari secondo criteri oggettivi e omogenei che tengano conto dell'estensione del territorio, del numero degli abitanti, dei carichi di lavoro e dell'indice delle sopravvenienze, della specificita' territoriale del bacino di utenza, anche con riguardo alla situazione infrastrutturale e del tasso d'impatto della criminalita' organizzata.
”Non è prevista, pertanto, la soppressione meccanica ed automatica, tout court, dei tribunali cosiddetti “minori”, ma la ridefinizione dell’assetto territoriale degli uffici giudiziari “di primo grado” anche mediante attribuzione di porzioni di territori a circondari limitrofi.
Già da queste brevi osservazioni sembra sensato ritenere , che nel rispetto della norma prevista nella legge delegata sia possibile mantenere in vita il Tribunali di Nicosia e di Mistretta, in relazione alla “specificità territoriale del bacino di utenza” sotto il duplice profilo già delineato dalla disposizione normativa: a) situazione infrastrutturale; b) tasso d'impatto della criminalita' organizzata. Su questi aspetti però è giusto soffermarci rilevando ulteriori elementi che ci indicono a costatare l’iniquità del provvedimento.
In riferimento a Nicosia, a conclusione di un attenta disamina, va confermata, la presenza di storiche “famiglie” mafiose, operative nei settori tradizionali delle estorsioni in danno delle imprese e dei commercianti, ma impegnate anche, favorite delle specificità dell’economia locale, nel commercio illegali di animali rubati nonché nella consumazione di furti, finalizzati però alle successive estorsioni, in danno delle imprese agricole.
La soppressione del tribunale comporterebbe un duro colpo alla lotta di questa criminalità organizzata, lo stesso discorso è valido chiaramente anche per il Tribunale di Mistretta.
La collocazione geografica e la densità criminale del territorio interessato, dimostrano come un provvedimento del genere finirebbe per causare danni sensibili delle popolazioni del circondario di Mistretta che sono costrette, tuttora, a lottare per sopravvivere in un contesto sociale e geografico caratterizzato da molti deficit strutturali ed economici ed ad alta densità criminale: subentra poi un deficit del sistema viario, un problema questo che include anche il circondario di Nicosia.
La posizione geografica del Tribunale di Mistretta colloca questa struttura al centro dei due vasti comprensori del messinese e del palermitano; l’eventuale soppressione del tribunale di Mistretta determinerebbe per i cittadini del circondario un grave rischio di emergenza legalità, provocando così la permanenza e l'incremento dell'alto tasso di criminalità comune ed organizzata nel vasto territorio dei Nebrodi occidentali fortemente a rischio.
Da qui l’ esigenza di manifestare questo dissenso accompagnato a da un interessante controproposta, come ha affermato il Presidente della Corte di Appello di
Caltanissetta S.E. Salvatore Cardinale nella Relazione sull’amministrazione della giustizia nel periodo dal 1 luglio 2010 – 30 giugno 2011, in occasione dell’inaugurazione dell’anno
giudiziario in data 27 gennaio 2012: "La recrudescenza, pur nei limiti sopra segnalati del fenomeno criminale nel Circondario può rappresentare l’occasione per una seria riflessione sulla
necessità di conservare, ed anzi potenziare mediante nuove aggregazioni territoriali, in una zona non piccola del Centro dell’Isola afflitta da un persistente deficit di infrastrutture e
reti di comunicazioni, un efficiente presidio di legalità quale oggi è il Tribunale di Nicosia".
Il Primo Magistrato del Distretto nisseno ha, in tal guisa, non solo sottolineato la "necessità di conservare", ma altresì quella di "potenziare mediante nuove aggregazioni territoriali"
il Tribunale di Nicosia.
In tal senso è la proposta del foro nicosiano e del Comune di Nicosia di accorpare al Tribunale di Nicosia quello di Mistretta; verificando anche, la possibilità di inglobare i comuni di Gangi e Geraci Siculo dell’area madonita; la finalità è quella di creare, all’interno dell’Isola, un grande tribunale montano, il Tribunale dei Nebrodi e delle Madonie (di Nicosia e Mistretta).
Un ufficio giudiziario che è connaturato alla geografia, alla storia, all’economia del territorio.
Un idea che troverà sviluppo dalla sinergia che si verrà ad realizzare tra i due importanti centri montani.
Placido Salamone